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La moda inquina ma è (anche) colpa nostra.

Il fast fashion, ma non solo, sta contaminando sempre di più l’ecosistema a causa della frammentazione delle fibre tessili causata dai ripetuti lavaggi ma anche durante il ciclo di produzione.

Ci piace avere sempre un armadio attuale, con le ultime linee di abbigliamento, e siamo pronti e veloci a gettare magliette, pantaloni, gonne, ecc. che, invece, avrebbero ancora una lunga vita. Tutto ciò porta a un impatto ambientale importante e negativo.

Bisogna trovare un modo per produrre tessuti più ecologici iniziando a modificare il sistema dal punto iniziale. E non pensiamo che le fibre sintetiche siano le maggiori responsabili di questo inquinamento perché, secondo recenti ricerche, anche le fibre di origine naturale come cotone, lana e così via, non sono estranee a questo fenomeno. È vero che dai tessuti sintetici si disperdono le famigerate microplastiche, soprattutto tramite i lavaggi dei capi di abbigliamento, ma è altrettanto vero che anche i tessuti naturali rilasciano microparticelle di fibre che vanno a disperdersi nell’acqua.


Tale situazione diventa ancora più cupa considerando il costante aumento della produzione tessile mondiale: 14 kg di tessuto a persona ogni anno, con una velocità di aumento esponenziale impressionante.


Ecco l’importanza di rivedere l’intero sistema produttivo ma anche la catena del fashion al consumo: possiamo affermare di aver addirittura superato il concetto di “fast fashion” ed essere giunti al “ultra fast fashion”, considerando la velocità con cui si lanciano collezioni, si producono capi di abbigliamento e, purtroppo, si buttano via. A ciò si aggiungono gli effetti devastanti dell’inquinamento da industria tessile che si evidenziano, con forti marcature, nei mari dei Paesi in via di sviluppo, laddove vengono scaricate letteralmente montagne di rifiuti tessili.


Il Kenya, uno dei Paesi che subiscono maggiormente questa tipologia di inquinamento, presenta “fiumi” di tessuti e cataste di vestiti che giacciono abbandonati e rilasciano costantemente particelle inquinanti. Gli effetti tossicologici di questa situazione, oltre a devastare l’ambiente, si evidenziano anche nella salute dell’uomo con un aumento delle malattie dell’apparato respiratorio e di forme tumorali. Tutti siamo responsabili di tale situazione ma ognuno di noi ha la capacità di iniziare a modificare il comportamento e l’atteggiamento verso la moda, al fine di promuovere pratiche di consumo e produzione più sostenibili del settore. 

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