top of page

DALLA TERRA ALLA TERRA

Foreste abbattute, mari di plastica e Covid-19: che nesso c’è tra questi tre fattori?

L’uomo, la sua responsabilità verso il pianeta e le sue capacità distruttive.


Pensiamo al “peso” di ognuno di noi sull’ambiente, quella che viene chiamata “impronta ecologica” e a quello successo durante il lockdown: animali che si riappropriavano di spazi rubati dall’uomo, piante e fiori che spuntavano laddove prima c’era luoghi artificiali, aria e cieli più puliti anche nelle zone più inquinate del pianeta. Laddove l’uomo si è sottratto la Terra ha ripreso a respirare, libera momentaneamente della pressione mostruoso che l’essere umano esercita ogni secondo su di essa. Abbiamo estinto quasi un terzo della biodiversità terrestre, abbiamo impoverito ecosistemi di flora e fauna, deforestato habitat unici e preziosi dove i virus rimanevano confinati. E ancora, cresciamo mangiando carni di allevamenti intensivi spronati con antibiotici, coltiviamo terre irrigate di chimica che scende sino alle falde acquifere. Se distruggiamo la natura, ammazziamo anche noi stessi.


Ci sono un sacco di suggerimenti verdi che ci parlano ogni giorno: l’energia del sole, la forza del vento, l’uguaglianza dell’acqua, l’ossigeno delle piante, le risorse del suolo. E proprio il suolo è il punto di partenza per una vera sostenibilità. Perché tutto parte dalla terra e finisce nella terra: la plastica dei fiumi, le polveri sottili dell’inquinamento, gli sversamenti illegali. Il suolo non è rinnovabile. Per questo raccogliere ogni mese 11.050.000 bottiglie di plastica e risparmiare 193.375.000 litri mensili di acqua ha un valore enorme: fa respirare la Terra e l’uomo. Proteggiamo la nostra Casa che ci ospita da millenni: è un diritto per il pianeta, un dovere per l’umanità.



Archivio

bottom of page